Zum Auftakt der Champions League hat sich der FC Barcelona überraschend deutlich mit 3:0 (1:0) gegen Juventus Turin durchgesetzt.
In der Neuauflage des Endspiels von 2015 gegen den italienischen Rekordmeister, feierte Ousmane Dembélé in der Startelf sein Königsklassen-Debüt für Barcelona. Es war aber Superstar Lionel Messi, der die Katalanen mit seinem ersten Treffer gegen Juve-Torwart Gianluigi Buffon überhaupt in Führung brachte (45.). Ivan Rakitic (56.) und erneut Messi (69.) sorgten für die Entscheidung.
Il Barca si vendica, la Juventus affonda e Leo Messi è il re della serata. Dopo il 4-1 di Cardiff contro il Real Madrid nella finale di Champions, la Signora riparte in Europa da un 3-0 spietato a casa di un'altra spagnola. In primavera allo Stadium era finita 3-0 per la Juventus e dopo lo 0-0 dell'andata il Barcellona era stato eliminato. Stavolta è un'altra storia, perché Messi fa la differenza, segnando lui una doppietta e mettendo il piede anche nel 2-0 di Rakitic. Non è una partita decisiva, ha ripetuto Allegri alla vigilia, visto che siamo nella fase a gironi, ma prendere tre schiaffoni in Europa non è mai cosa bella e deve far riflettere.
SPRAZZI DI JUVE — Meglio la Juventus nelle fasi iniziali, perché il 4-3-2-1 messo in campo da Allegri (che in fase di non possesso diventa 4-4-2) chiude gli spazi al Barcellona e costringe Messi e compagnia a forzare la giocata. Ter Stegen fa una gran parata sul sinistro di De Sciglio, non riconosciuta dall'arbitro che non concede neppure il corner. I bianconeri sfruttano un contropiede lanciato da Douglas Costa (bello il lancio, prezioso il pallone rubato), che Dybala però tira troppo centrale. Poi tocca a Pjanic, sempre più a suo agio in cabina di regia, con un tiro da fuori respinto corto da Ter Stegen. La Juve gioca accorta in difesa, sa che ogni pallone perduto può diventare una sciagura. E infatti la prima volta che si fa trovare scoperta tocca a Buffon intervenire di petto per scongiurare pericoli. Il portiere è attento anche in occasione di un tiro insidioso di Suarez (dopo punizione di Messi sulla barriera), deviato con gran riflesso.
NUMERI DA NUMERO UNO — Il Barcellona all'inizio costruisce meno del solito, fa il solito possesso ma non trova accelerazioni pericolose. Eppure sfiora il vantaggio con Dembelé prima dell'intervallo: passaggio sciagurato in orizzontale di De Sciglio e frittata evitata dal salvataggio di Alex Sandro. Sarà uno degli ultimi palloni toccati dal terzino, sostituito per una botta presa poco prima. Al suo posto Sturaro, inedito terzino destro. La Juve meriterebbe di andare all'intervallo sullo 0-0, però quando hai Messi contro ti può condannare anche una frazione di secondo. Basta un attimo di distrazione e il numero 10 blaugrana, che fino a quel momento aveva giocato da normal one, segna il primo gol a Buffon: sinistro rasoterra in diagonale dopo uno-due con Suarez, controllo e tiro rapidissimi. Da quel momento in poi comincia il Messi show: la stella del Barça nel secondo tempo s'accende e diventa immarcabile: colpisce il palo, poi crea il 2-0 (accelerazione sulla destra e tiro, salvataggio di Sturaro che diventa un assist comodo per Rakitic) e chiude con la doppietta: palla persa da Bernardeschi (entrato per Bentancur: con lui Allegri torna al 4-2-3-1) e altro sinistro imprendibile per Buffon. La Juventus perde la bussola e naufraga. Sotto tono Higuain (fischiatissimo al momento del cambio), Dybala inizia benino ma poi si perde, idem Pjanic. Difficile salvarne qualcuno in una serata così. Alla fine le assenze (Chiellini, Khedira, Marchisio, Cuadrado, Mandzukic) hanno pesato e comunque il Barça ha dimostrato di essere superiore ai bianconeri.
Lionel Messi netted a brilliant brace as Barcelona helped themselves to a dose of Champions League revenge with a dominant 3-0 Group D win over Juventus.
The Serie A champions beat Barca by the same scoreline in the quarter-finals last season before holding out for a second-leg stalemate at Camp Nou.
Barca have since lost Neymar to Paris Saint-Germain, but it was Juve's' most notable pre-season departure – Leonardo Bonucci's surprise switch to AC Milan – that loomed largest over this match as a once formidable defence was cut to ribbons in Giorgio Chiellini's injury absence.
Record signing Ousmane Dembele was busy on his full Barca debut, but it was a more familiar face that thrilled the home crowd.
Messi's magnificent opener in the final minute of the opening 45 marked the first time he has scored against fellow all-time great Gianluigi Buffon in the Juventus goal.
After making the second for Ivan Rakitic he repeated the trick to seal the points and maintain Barca's resurgent early season form under Ernesto Valverde.
Juve right-back Mattia De Sciglio joined Dembele in making a full debut for his new club and was almost the surprise source of the first goal in the sixth minute – Barca goalkeeper Marc-Andre ter Stegen managing to tip wide as a speculative left-footed strike angled awkwardly away from him.
Messi botched an attempt to slide a free-kick under the wall and, precision having failed, Luis Suarez went for power on the rebound, forcing an unsighted Buffon to push over at full stretch.
Last-ditch challenges from Gerard Pique and Alex Sandro at either end took the sting out of attempts from Paulo Dybala and Dembele.
Alex Sandro's intervention was required following a slack pass from De Sciglio – his last contribution before hobbling off through injury – and Messi pounced as the Juve reshuffle fell into place.
Collecting the ball from Dembele on halfway, Barca's talisman drove at the visitors' backline and, having shaped to play in Jordi Alba, slipped the ball to Suarez.
The Uruguayan's deft lay-off was gladly accepted by Messi, who arrowed a shot through Medhi Benatia's legs and into the bottom-right corner.
Dybala fired wastefully off target when Pique failed to deal with Alex Sandro's cross early in the second half, while his dazzling compatriot Messi struck the post from the edge of the box at the other end – Buffon a relieved onlooker as the rebound spun off his shoulder to safety.
Messi blotted a fine evening's work in the 55th minute when he signalled to referee Damir Skomina with an imaginary yellow card for Miralem Pjanic. The upshot was a flash of the real thing, with Camp Nou jeering and whistling in support of their hero.
The five-time Ballon d'Or winner was back to what he does best soon enough – tearing into space behind Alex Sandro on the Juventus left. Messi's attempt was hacked out of the goalmouth by Stefano Sturaro, but only as far as Rakitic, who converted left-footed.
Suarez side-footed over from an Alba cross before Messi continued to torment increasingly bedraggled foes.
Andres Iniesta served as the familiar and ever-reliable supply line and, as Dembele's run across the Juve defence added to their confusion, Messi scooted inside Alex Sandro and smashed past a helpless Buffon.
Suarez had a fourth disallowed, the linesman's flag sparing a Buffon fumble, while Juve's cries for handball against Pique fell on deaf ears when he cleared Benatia's header off the line. It summed up a fruitless endeavour for Massimiliano Allegri's men.
L'Italia batte 1-0 Israele e consolida il secondo posto nel proprio girone di qualificazione a Russia 2018 a +6 dall'Albania. Al Mapei Stadium di Reggio Emilia, gli Azzurri di Ventura hanno faticato più del previsto a conquistare i tre punti, che sono arrivati grazie al colpo di testa vincente di Immobile al 53' su assist di Candreva. Dopo un primo tempo con Buffon protagonista, Belotti ha sfiorato il raddoppio in più riprese senza trovarlo.
Tre punti dovevano essere e tre punti sono stati. Dopo la scoppola di Madrid contro la Spagna, gli Azzurri hanno portato a casa il compitino contro Israele, vincendo ma non convincendo. Per quanto riguarda il girone può bastare così, l'1-0 di Immobile contro Israele praticamente certifica il secondo posto visto il pareggio dell'Albania in Macedonia, ma per il ct Ventura le domande, i dubbi e le perplessità rimangono pressoché le stesse del tormentato post Madrid. A Reggio Emilia il ct ha riproposto gli stessi uomini naufragati in Spagna con qualche eccezione obbligata, ma il 4-2-4 non ha portato con sé la reazione convinta che tutti ci saremmo aspettati, soprattutto nel primo tempo.
L'azione tutta di prima tra Insigne, Darmian e Belotti conclusa dal Gallo di poco a lato dopo trentotto secondi ha illuso un po' tutti. Quello spunto è rimasto di fatto l'unica fiammata di un primo tempo avaro di emozioni, corsa, occasioni. Una squadra messa in campo senza riferimenti perfettamente recepita e con movimenti limitati al minimo indispensabile, così come i pericoli per la porta di Harush. Il primo intervento degno di nota per il portiere israeliano, infatti, arriva in pieno recupero con un bell'intervento su Insigne poco prima dell'intervallo. Dall'altra parte, invece, Buffon è impegnato in almeno tre occasioni in contropiede, la più pericolosa conclusa da Cohen e deviata in angolo. Una (non) reazione preoccupante che ha esasperato anche i tifosi sugli spalti, ingenerosi e indispettiti con i fischi all'intervallo. Frutto del campo con Immobile e Belotti fermi al limite dell'area ad aspettare palloni che non arrivano, con Candreva e Conti a pestarsi i piedi sulla destra quasi quanto Insigne e Darmian dall'altra parte. In regia poche idee e spesso confuse.
La sinfonia cambia nella ripresa e la scossa, a sorpresa e un po' casualmente, la dà Zappacosta. L'esterno del Chelsea ha preso il posto dell'infortunato Conti portando con sé una grinta che, unita alla strigliata del ct negli spogliatoi, ha fatto alzare ritmo e pericolosità a tutta la squadra. Due tocchi e via, sovrapposizioni e inserimenti in area a sostegno delle punte e pioggia di cross. Il gol del vantaggio di Immobile è normale conseguenza di tutto questo, arrivato di testa sul secondo palo - dopo due occasioni fallite in due minuti - su cross di Candreva in un'area di rigore avversaria invasa da cinque uomini e non più solo dalle punte. Un ritmo più elevato che ha fatto sfiorare il raddoppio in più di un'occasione, evitato da Harush con almeno tre interventi decisivi su Belotti, meritando sul campo quei tre punti che solo un intervento decisivo di Zappacosta e un altro di Buffon sempre su Ben Chaim hanno messo in cassaforte.
Tre punti importanti, anzi, fondamentali. Ma la strada intrapresa è più tortuosa del previsto. E se dopo un anno di lavoro su questa novità i risultati sono questi, non è mai troppo tardi per fare un passo indietro. Il 4-2-4 non sembra proprio nelle corde di questi giocatori.
Italy pulled off a narrow yet comfortable victory over Israel at the Stadio Città del Tricolore, with Ciro Immobile's header proving the difference.
The striker latched onto an inswinging cross from Antonio Candreva in the second half, following a goalless first 45, to put the Azzurri in the driving seat.
The victory sees Italy further cement their standing in Group G, now sitting in second place on 19 points after eight matches played.
Italien läuft Gefahr, die WM 2018 via Playoffs erreichen zu müssen. Der Weltmeister von 2006 verliert das Spitzenspiel der Gruppe G in Madrid gegen Spanien 3:0.
Die erste Niederlage in einem EM- oder WM-Qualifikationsspiel seit elf Jahren (1:3 am 6. September 2006 in Frankreich) bringt Italien für die restlichen drei Partien der Kampagne in eine ungemütliche Ausgangslage. Drei Punkte Vorsprung und das wesentlich bessere Torverhältnis 24:3 (gegenüber 18:7) sprechen eindeutig für Spanien.
Spanien und insbesondere Doppel-Torschütze Isco zeigten sich im Gipfeltreffen im Bernabeu effizient. Aus den beiden Chancen vor der Pause machte der seit Monaten formstarke Offensivspieler von Real Madrid die Tore zum 2:0. Ein Freistoss (22.) und ein unhaltbarer Flachschuss (40.) sorgten für die Differenz zugunsten der seit 60 Qualifikationsspielen ungeschlagenen Iberer.
Das 3:0 durch den wenige Minuten vorher eingewechselten Alvaro Morata machte Spaniens starken Auftritt auch auf der Anzeigetafel deutlich. Italiens einzige Möglichkeiten vergab Andrea Belotti jeweils mittels Kopfball, einmal vor und einmal nach der Pause.
Isco scored a brilliant double as Spain defeated Italy 3-0 to take a huge step towards World Cup qualification.
The Real Madrid star, playing at his home ground of the Santiago Bernabeu, scored both of his goals in the first half as he continued his magnificent individual year for club and country.
Isco opened the scoring with a superb free-kick and made it two with a low effort, moving on to four goals in his last five internationals as Spain impressed after opting not to start with a recognised number nine.
Italy were more threatening after the break but could not find a way past David de Gea, with Spain substitute Alvaro Morata sealing victory late on as the visitors' hopes of reaching Russia suffered a blow.
The convincing win sees Spain, who play Liechtenstein on Tuesday, move three points clear of Italy at the top of Group G with only three matches to go.
As well as that advantage, the goal difference of Julen Lopetegui's men is superior by 10, meaning only a dramatic turnaround will see them slip into a play-off spot. Italy are four points ahead of third-placed Albania.
Spain made the breakthrough in the 13th minute after Leonardo Bonucci was booked for a foul on Marco Asensio that ensured he is ruled out of the next qualifier against Israel.
Given Asensio was about to shoot and had a clear path to goal, the AC Milan defender may have been fortunate not to see red from referee Bjorn Kuipers, but Italy were still punished from the resulting free-kick, as Isco stepped up to send a dipping effort past Gianluigi Buffon from 25 yards.
The visitors almost equalised when a deep Matteo Darmian cross from the right was powerfully headed towards goal by Andrea Belotti, only for the Torino striker to be denied by a good reaction save from De Gea.
Spain wasted a headed chance of their own at the other end when Gerard Pique could only divert Koke's delivery over from six yards.
But the hosts did double their lead five minutes before half-time, Isco collecting a pass from Andres Iniesta and gliding past Marco Verratti to fire left-footed into the bottom corner from just outside the area.
Italy came out fighting in the second half and De Gea had to save from Verratti with Antonio Candreva making a hash of the rebound, shortly before a stretching Belotti headed over from two yards out after Andrea Barzagli helped a corner into his path.
Asensio sent a bouncing effort just wide from over 30 yards out in response, while Buffon raced out to save from Dani Carvajal after great work from Isco had created the opportunity.
With 18 minutes to go, Iniesta came off to a touching standing ovation despite being at the home of Barcelona's arch-rivals, with Morata coming on.
And just five minutes after his arrival, Chelsea's Morata put the result beyond doubt, exchanging a one-two with former Madrid team-mate Sergio Ramos, who charged forward from defence on the counterattack and laid it on a plate for the striker to convert high into the net from close range.
De Gea sprung across goal to save Lorenzo Insigne's late strike, while Morata had a second goal ruled out for offside after he headed in David Silva's cross.
Toccherà provare a entrare in Russia por la puerta chica, come dicono qui a Madrid. Perché por la puerta grande passerà la Spagna, a meno di cataclismi nelle ultime partite del girone. Probabili, peraltro quanto un avvistamento di orsi bianchi a Rimini. Toccherà passare dal retro, perché il 3-0 di stasera dimostra che né gli azzurri né il 4-2-4 sono pronti a reggere un palcoscenico come quello del Bernabeu. Dopo l’Under 21, anche la Spagna adulta ci dà una ripassata memorabile con lo stesso punteggio.
I VERDETTI — Meno 3 dalla Roja a 3 giornate dalla fine, con differenza reti tutta a favore di Lopetegui. Come dire che nel freddo di novembre dovremo giocarcela con una muta di 7 cani da caccia, per afferrare uno dei 4 posti al Mondiale che i playoff europei possono ancora offrire. E speriamo che il ranking Fifa ci mantenga tra le teste di serie agli spareggi, altrimenti sono guai.
VISTA DALLO STADIO — A inizio settembre si corre solo col cuore, perché le gambe rispondono poco. Se al 43’ del primo tempo siamo agli “olé” delle tribune per una ventina di “toques” iberici senza un accenno di reazione azzurra, buonanotte. Altri dettagli apprezzabili dal vivo: Iniesta trotterella a un ritmo che potrebbe consentirgli di giocare fino a cinquant’anni, è inondato dagli applausi che Piqué, l’altro simbolo del Barça, fatica a guadagnare nello stadio ostile. Ma l’appello all’unità di Sergio Ramos è rispettato: tra i mille per Isco e quello fortissimo per il vecchio Villa, c’è anche un coro per il marito di Shakira, che si batte il petto in risposta.
MOSSE E CONTROMOSSE — Lopetegui, alla fine, ha preferito il momento magico di Asensio a una punta pura come Morata. E Koke a Thiago, per un 4-3-3 con Silva “falso nueve”. Ventura non ha cambiato uomini né sistema per 70 minuti (poi dentro Eder e Bernardeschi per Belotti e Candreva).
DOVE SI È DECISA — La Spagna ha impiegato meno di un quarto d’ora per bucarci due volte in mezzo, visto che per una volta non aveva il problema di scardinare la “BBC” dei tre centrali. Ramos ha perdonato, un Isco monumentale invece no. Da lì, con la necessità di sbilanciarsi ulteriormente e il morale sotto i tacchetti, l’Italia ha concesso all’attacco avversario tanti uno-contro-uno, soffrendo moltissimo nella catena di sinistra formata da Spinazzola (zero minuti in campionato) e Insigne.
OCCASIONI — Guardando il tabellino, gli azzurri hanno avuto anche qualche buona chance: una di testa con Belotti sullo 0-0, una per Insigne e ancora per il Gallo a inizio ripresa. Ma Buffon, apparso un po’ in ritardo sui primi due gol, avrebbe potuto raccogliere altri palloni in fondo alla rete se Asensio e perfino Alba e Carvajal fossero stati più precisi da posizione perfetta. L’ha fatto quando Morata, entrato nel finale al posto dell’osannato Iniesta, ha chiuso il tris su galoppata e assist di Ramos. Che batosta. La partita di martedì con Israele, riuscito nell’impresa di perdere in casa con la Macedonia, sarà un inno alla malinconia. Mentre qui in Spagna, per stanotte, si prevede un’impennata di prenotazioni di voli per Mosca.